Don Giosy Cento:
La musica dell’anima

Sabato, 4 ottobre 2014 il “Gruppo Arcobaleno” di Brüttisellen e Dietlikon con il gruppo liturgico della missione cattolica di Dietlikon, Wallisellen e Wangen-Brüttisellen sono lieti di ospitare Don Giosy Cento presso la sala Fadacher di Dietlikon alle ore 20 (apertura sala 18.30). Il celebre cantautore di Dio con il suo nuovo album “Ho fatto un sogno” sarà con noi per una serata di beneficenza. L’entrata è libera.

Per conoscere meglio questo sacerdote che in giro per il mondo canta il vangelo di Dio in ben oltre 800 canzoni e 3000 concerti ecco a voi alcune curiosità.
Caro Don Giosy, grazie per questa opportunità che ci dai.

Come è partita questa esperienza di cantautore religioso?

Ho sempre avuto passione per la musica. Suonavo l’organo e poi,a 18 anni, ho incominciato a mettere le mani sulla chitarra. Era proprio questo strumento che mi prendeva l’anima e mi appassionava. Sono diventato Sacerdote a 23 anni e ,dopo un po’ di tempo, una notte, non avendo proprio voglia di pregare, mi misi a cantare a Dio quello che mi veniva dal cuore. Non mi ero accorto di aver messo insieme parole e musica di una canzone. Continuando questa esperienza per molte sere, ho preso coscienza che c’era questo fatto nuovo in me, ma la cosa non mi… gasava. Avveniva e basta. Oggi sono cosciente che il Signore stava operando in me questa “cosa importante”: pregare creando con la musica.

Come nascono le tue canzoni all’insegna del vangelo e quando trovi il tempo necessario per comporre nuove canzoni?

Queste canzoni nascono soprattutto dalle esperienze più quotidiane della vita. Dentro i fatti cerco sempre il frammento divino che vi è nascosto, il Vangelo sconosciuto. Se il divino è nel vissuto umano,ogni persona ce l’ha dentro e può toccarlo, viverlo,goderlo. Ecco il mio Vangelo cantato. Il tempo per comporre: a volte è un attimo, a volte è un periodo, spesso è una semplice emozione. L’anima e il corpo si toccano nell’emozione e fanno esplodere parole e melodia. Qualche volta serve una ricerca soprattutto su tematiche importanti. Ma la creatività è…estemporanea: quasi fuori del tempo.

Il tuo ultimo album “Ho fatto un sogno” contiene sempre messaggi di attualità. Cosa vuoi trasmettere attraverso quest’ultimo lavoro?

Innanzitutto il nuovo disco è nato da un incontro con il Discorso di Martin Luther King di più di 50 anni fa: lui gridò il suo sogno di libertà,di giustizia,di uguaglianza,di democrazia. Ho riflettuto che, ancora oggi, non abbiamo realizzato quel sogno. Per questo ho dedicato la mia riflessione e la mia musica a tematiche di attualità: il valore dell’uomo, il disinquinamento interiore, l’applauso a chi è nascosto al mondo e sembra inutile, alla preghiere del terzo Millennio, all’amicizia, alla mancanza di posti di lavoro per i giovani, a Gesù…il vero sballo dell’Amore. Bisogna stare dentro l’oggi: altrimenti il disco di un prete….a che cosa servirebbe?!

I tuoi canti fanno vivere il Vangelo quotidianamente. Pensi di avere raggiunto il traguardo oppure ancora c’è tanto altro da fare?

Non siamo mai arrivati. Molti anni fa ebbi la gioia e la grazia di incontrare a tu per tu San Giovanni Paolo 2° che era venuto a conoscenza della mia attività. Mi chiese di creare e cantare questo tipo di canzoni perché portano ritmo, gioia e speranza nel mondo moderno. E allora canterò finché ho respiro e salute. Sarà il Signore a dirmi: “Giosy, ora basta”.

Con le tue parole in musica hai sempre raggiunto molti giovani. Come vedi il mondo dei giovani oggi? Cosa è cambiato dagli anni passati? E cosa ci tieni
a dire a loro oggi?

Ho un peccato sull’anima: amo infinitamente i giovani: Forse perché la mia giovinezza non è stata facile. Giustamente i ragazzi di oggi sono i figli di questa epoca complessa ed essi ne sono lo specchio con la loro complessità. Ma se li ami ti accorgi che nascondono sempre una verginità di cuore di cui possiamo innamorarci e quindi non giudicarli mai: sono le nostre creature, con i loro limiti e le loro immense potenzialità. Vorrei dire loro di credere innanzitutto in se stessi,di dare fiducia alle persone di valore che hanno intorno, di conquistare una sintesi di fede moderna ma fondata sulle verità eterne.

Oltre 20 anni fa ti abbiamo conosciuto per la prima volta quando sei venuto qui a Zurigo con un gruppo di giovani di Grotte di castro (VT). Cosa ti è rimasto di quella esperienza?

Un ricordo meraviglioso dell’accoglienza ricevuta dalle famiglie italiane. Ora quei bambini sono papà e mamme e, quando li incontro, mi dicono:“ Ma perché i nostri figli non fanno esperienze di quel tipo?“. Questo è il segno profondo che ci portiamo nel cuore in modo indelebile. Grazie a tutti gli italiani che abbiamo incontrato qui. È il segno che solo l’accoglienza e l’amore costruiscono la nuova società e una nuova civiltà.
Don Giosy Cento

Non perdete l’occasione di conoscere meglio questo grande servitore di Dio tramite le sue canzoni. Siamo sicuri che vi coinvolgerà con la sua musica ricca di messaggi positivi e vi sorprenderete presto in piedi presi dal ritmo del cuore.